di MOSE » 20 giu 2005, 9:24
La partenza meno affollata della storia nella F1 AP
E' stato il più grottesco, squallido e controverso Gp della storia della F1. Non era mai capitato, in 55 anni di sport motoristico, di vedere 14 monoposto ritirarsi tutte assieme dopo il giro di ricognizione per ragioni di sicurezza.
Non solo: non era mai successo di assistere a una partenza con sole sei vetture in griglia, non era mai capitato di vedere 150 mila spettatori infuriati che tentano di centrare le poche vetture in gara con lattine, bottiglie, oggetti. E poi fischi, insulti e boati di disapprovazione nei confronti dei piloti sul podio.
Una pagina nerissima, quella di Indianapolis, per la storia e il futuro della F1: colpa della Michelin, la casa produttrice di gomme che rifornisce sette team, che non è stata in grado di garantire la sicurezza delle proprie coperture alle 14 vetture in gara.
A maggior ragione, però, la colpa è della federazione automobilistica internazionale, autrice di un regolamento cervellotico, che limita l'uso delle gomme ad un solo treno per Gp e che costringe i costruttori ad esasperare le prestazioni, a varcare - come accaduto nel gp americano - il confine della sicurezza sino ad arrivare a non capire perché le proprie gomme si aprano e scoppiano nei punti più veloci della pista.
Venerdì scorso, dopo i due schianti di Ralf Schumacher e Ricardo Zonta, per colpa dell'esplosione della gomma Michelin, il bubbone è scoppiato: non era bastato che Raikkonen per poco non si ammazzasse mentre era in testa nel corso dell'ultimo giro del Nurburgring. Gomma rovinata e sospensione ko per le vibrazioni a 300 all'ora. Ora pare che il messaggio sia arrivato: queste gomme sono pericolose.
Mentre Schumi e Barrichello si giocavano questo assurdo GP davanti ai lentissimi Monteiro, Kartykeyan su Jordan e Albers e Friesacher su Minardi, nel paddock Briatore, Head, Dupasquier e tutto l'establishment della F1 discutevano animatamente sul da farsi: chiedere scusa al pubblico ma anche capire come fare in futuro affinché non si ripeta lo scandalo.
Williams e Red Bull, ad esempio, avrebbero dichiarato di voler tornare, dal prossimo anno, alla Bridgestone mentre è incalcolabile il danno d'immagine per la Michelin che starebbe meditando addirittura di lasciare la F1 a fine anno.
Chi però ha patito forse il peggior danno di tutti è stata però la F1 e il suo apparato politico: incapace di creare un regolamento sensato, incapacissimo di gestire il caso emerso negli Usa, incapace di dare il via a uno spettacolo sportivo accettabile, magari inserendo la chicane in pista e togliendo, sin dal via, i punti ai team Michelin che avrebbero potuto così fare la loro comparsa in gara con gomme sicure, accontentando il pubblico.
In pista è successo poco o nulla, ovviamente. Già è stato triste vedere sei vetture in gara, per giunta non s'è visto nessun tipo di evento, a parte per il sorpasso decisivo all'uscita della pitlane, al 52esimo giro, tra Schumi e Barrichello con il brasiliano finito fuori pista.
Per la cronaca, naturalmente, Schumi ha chiuso con 1"5 di vantaggio sul compagno di squadra Rubens Barrichello; terzo posto e primo podio della carriera per il portoghese Tiago Monteiro su Jordan. Al quarto posto ha chiuso l'indiano Narain Karthikeyan, sempre su Jordan, seguito dalle due Minardi dell'olandese Christijan Albers e dell'austriaco Patrick Friesacher.
Ci sono episodi, gare, eventi che hanno cambiato per sempre la storia della F1: quello di oggi a Indianapolis sarà uno di questi episodi e forse non comporterà una svolta positiva. Di certo sarà difficile rivedere 150 mila spettatori nel catino di Indy per la Formula Uno.