Damiano Cunego non correrà il Tour de France. La decisione era nell’aria, e verrà ufficializzata stamattina a Usmate, la cittadina milanese dove ha sede la Lampre-Caffita, in un vertice tra lo staff dirigenziale e i medici della squadra. Il campione veronese, 23 anni, non è ancora guarito dalla mononucleosi che l’ha colpito nella prima settimana del Giro d’Italia, a inizio maggio: troppo rischioso farlo correre tra undici giorni alla Grande Boucle, che scatterà il 2 luglio. Ieri, all’ora di pranzo, è stata la stessa formazione di Saronni, Corti e Martinelli a lasciar trapelare quale sarebbe stato il futuro prossimo del vincitore del Giro 2004.
In un comunicato stampa delle 11.46, venivano trasmessi i nomi dei 12 atleti che correranno domenica il campionato italiano in linea a Pescara. E quello di Cunego non c’era. E siccome il Tricolore con i suoi 259 km, come aveva ammesso tre giorni fa lo stesso Damiano, sarebbe stato un momento imprescindibile di passaggio verso il Tour una volta avuto l’okay dei medici, ecco che la rinuncia alla prova di Pescara automaticamente era un indizio molto serio di quanto stava accadendo. Inevitabile il tam-tam mediatico che si scatenava, soprattutto dalla Francia, dove il debutto del Piccolo Principe al Tour era attesissimo: patron Leblanc, nell’inverno scorso, aveva addirittura incoronato Damiano come la stella dell’edizione 2005 della corsa.
Cunego contro Armstrong e Basso: che sfida sarebbe stata. Dispiace, certo, non vedere Damiano in Francia, ma dobbiamo riconoscere che il veronese è un patrimonio del ciclismo italiano che è giusto tutelare. Non si può mandarlo allo sbaraglio al Tour con una forma approssimativa, reduce da una malattia dagli effetti pesanti come la mononucleosi. Soprattutto perché da Cunego ci si aspetta una corsa da leader, non una presenza in gruppo anonima e senza smalto. E onestamente, con corridori che si sono preparati per il Tour attraverso Giro del Delfinato, Giro di Svizzera e stage in quota a studiare Alpi e Pirenei, questo a Cunego non si sarebbe potuto chiedere. Lui che, dopo il Giro, ha fatto uscite di due ore per 10 giorni, e soltanto la settimana scorsa era arrivato a 3-4 ore.
Ieri sera il medico sociale della Lampre-Caffita, Carlo Guardascione, ha ritirato l’esito degli ultimi esami ai quali Cunego si era sottoposto. I valori del marker di riferimento della mononucleosi sono scesi a cifre più rassicuranti dai 580 che segnava tre giorni dopo la conclusione del Giro, quando si comprese qual era stato il motivo che aveva bloccato il veronese alla corsa rosa. Ma gli effetti della malattia ci sono ancora. A questo punto meglio rimettersi del tutto e pensare alla seconda parte di stagione. Il leader della squadra in Francia sarà probabilmente Gilberto Simoni: il trentino non avrebbe in ogni caso corso il Tour se ci fosse stato Cunego, ma a questo punto, considerato che ha saltato il Giro di Svizzera, diventa davvero difficile pensare che Gilberto non venga schierato in terra francese.
Fonte: http://www.gazzetta.it