ribasco che non intendo più replicare e perdere tempo con negazionismo di un problema che è evidente, ma sono costretto qui a intervenire come moderatore:
a parte che NON è stato craccato l'iPCC ma uno solo dei tanti centri di ricerca mondiali, il CRU dell'University of East Anglia, vorrei far presente a Nazuco che è REATO pubblicare la posta di altri, ancor più se illecitamente ottenuta.
Se altri portali li hanno pubblicati se ne assumono la responsabilità, qui però come moderatore sono costretto a cancellare i messaggi dove sono contenuti stralci di quelle mail, che non intendo nè commentare nè replicare.
Lascio ovviamente aperta la discussione, ovviamente i negazionisti non hanno più alcun mezzo scientifico per negare quello che è sotto gli occhi di tutti, un pianeta più caldo e un'influenza umana sempre più pesante.
vi rilancio un link che vi invito a leggere e meditare:
http://aspoitalia.blogspot.com/2009/11/ ... atici.htmla che mondo è mondo, ci sono delle tattiche ben collaudate per far tacere i propri avversari. Il primo stadio è sempre quello: far sapere al tuo nemico che lo controlli, che sai quello che fa, che tutto quello che dice ti viene fatto sapere. E' il primo stadio dell'intimidazione mafiosa, quello che prelude poi a metodi fisici; gambizzare il nemico, o semplicemente ammazzarlo e poi buttarlo in una colata di cemento.
L'intimidazione è il metodo che è stato applicato agli scienziati del clima. Rubare le loro comunicazioni private e diffonderle su internet. Non è solo una cosa illegale e infame, è un messaggio molto chiaro: "state attenti, sappiamo quello che fate e quello che dite". Non importa cosa ci fosse scritto nelle lettere, non importa che non contengano niente di compromettente: nessun ammissione che ci fosse un complotto, nessuna evidenza che gli scienziati fossero pagati da qualcuno come sostengono comunemente i negazionisti climatici. L'importante è il significato stesso dell'atto. Non è violenza fisica, ma è lo stesso; è rubare le tue cose e sparpagliarle in giro: è una dimostrazione di disprezzo.
Come si dice a volte, "quando il gioco si fa duro....". Evidentemente, la questione climatica si sta facendo dura, con l'evidenza del riscaldamento globale ormai chiara per chiunque si prenda la briga di esaminare la situazione. Allo stesso modo, sta diventando ovvia la necessità urgente di prendere provvedimenti che non saranno indolori per le varie lobby, a partire da quella del carbone. Il solo dibattito, evidentemente, non basta più per nascondere l'evidenza. A poche settimane dal vertice di Copenhagen, non è una coincidenza vedere che "i duri cominciano a giocare". A quando la gambizzazione degli scienziati?