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salti

MessaggioInviato: 13 feb 2006, 14:13
di mik
ragazzi, ora che vengo giu` tranquillamente devo incominciare a staccare la tavola dalla snow.....
chi mi puo` dare qualche consiglio teorico per avvicinarmi al primo snow park?
per la cronaca sono reg.
ciao!!!!!!!!!!

MessaggioInviato: 13 feb 2006, 15:56
di bobo
vuoi un gran consiglio..........
prenditi qualche ora di maestro!
rischi meno e impari prima.... :wink:

MessaggioInviato: 13 feb 2006, 16:29
di Gas75
bobo ha scritto:vuoi un gran consiglio..........
prenditi qualche ora di maestro!
rischi meno e impari prima.... :wink:


Quoto!!

MessaggioInviato: 13 feb 2006, 16:58
di MOSE
Intro
Ripensando a quando ho iniziato con lo Snowboard, mi accorgo che in tutti questi anni esso si è evoluto in modo vertiginoso, materiali, tecnica, moda, dimensioni dei kick e soprattutto la board philosophy si sono trasformati radicalmente.
Personalmente credo che fino a pochi anni fa essere rider significasse soprattutto essere e sentirsi un pioniere, nulla era stato ancora definito, hard o soft? Spoiler alti oppure bassi? Baseless? Tavole corte? New school? Ogni stagione veniva proposto qualcosa di nuovo e apparentemente rivoluzionario, incontrare un altro snowboarder significava avere sempre uno scambio di informazioni e pareri e spesso fare amicizia.
Oggi il periodo “pionieristico” e dell’improvvisazione è finito, i materiali si evolvono senza quei colpi di pazzia a cui eravamo abituati, gli spoiler sono più o meno tutti uguali, i boots anche, le tecniche di costruzione delle tavole si sono uniformate, utilizzare lo snowboard significa solamente scendere dalle piste con qualcosa ai piedi che non siano gli sci…

Il freestyle ha avuto la stessa evoluzione, oggi un professionista è soprattutto un grande atleta, con delle caratteristiche di coordinazione, capacità motorie e livello d’allenamento generale molto alto… suona male vero? Ma è la realtà, girare su un kick da 20 mt con un fisico da october fest è sicuramente sconsigliabile.
Imparare una manovra e portarla in struttura (kick, spina, pipe, rail etc.) significa agire con metodo e serietà.
Lo scopo di questa rubrica (formata da due sezioni ABC per saltare e ABC tricks) è quello di permettervi di imparare i tricks più velocemente e rischiando meno di farvi male, attraverso l’applicazione di un metodo di programmazione mirato dei tentativi, semplice ed efficace.
Il lavoro è stato strutturato in modo di dividere le varie fasi di apprendimento in base al vostro grado di preparazione.
Ricordate comunque che per avere una panoramica completa è necessario leggere tutto, perché i concetti esposti verranno nei capitoli successivi dati per scontati . Se qualche termine non vi è familiare, potrete in ogni momento consultare lo Snowcabolario, al quale potete accedere sempre dal menù verticale in home page in cui avete trovato questa stessa rubrica oppure tramite il suo link qui(aprite magari una finestra indipendente per averlo sempre a portata di mano...).
Eccovi un riassunto dei vari punti che verranno trattati:
1. Ollie. rappresenta il primo gradino verso la gestione della fase aerea di un salto
2. Le fasi di un salto. In questo punto vengono affrontati i primi punti fondamentali per poter fare i primi salti
... contenuti invece nella rubrica ABC Tricks avrete:
3. I grab. una volta lette e assimilate le basi, possiamo passare alla spiegazione dei grab che sono le fondamenta di qualsiasi manovra, rappresentano tutti i vari modi di afferrare la tavola
4. Le rotazioni. rappresentano un mondo vastissimo, ogni anno qualcuno fa qualche mezzo giro in più, cambiano i nomi switch, facky, cab, c’è sempre qualcosa di nuovo ed intrigante, qui ne scoprirete i segreti
5. I Tricks. in questa sezione vengono illustrate alcune manovre per così dire “composte”, nelle quali cioè oltre a ruotare su noi stessi (piano trasversale) lo facciamo anche su quello frontale e sagittale.




1. Ollie

L’ollie è un movimento che permette di saltare, anche senza un salto vero e proprio, tramite una spinta muscolare abbinata all’elasticità della tavola.
Esso oltre che permetterci di superare degli ostacoli, salire su dei rails… ecc. se eseguito durante lo stacco da un jump, grazie alle forze che si sviluppano, permette anche di eseguire una parabola di “volo” omogenea e facilmente controllabile. Questa sua ultima caratteristica ne chiarisce indubbiamente la sua grande importanza.
Ma vediamo come lo si esegue:

dalla posizione normale che si ha sullo snowboard durante lo scivolamento, spostare il proprio peso sul piede posteriore mantenendo però la verticalità del busto, eseguendo quindi solo un movimento del bacino. Ciò ci porterà ad avere la gamba posteriore carica (flessa) e quella anteriore in trazione. A questo punto eseguire la spinta di stacco da questa posizione, creando una flessione longitudinale della tavola (che appena svincolata dal suolo ci spingerà ulteriormente verso l’alto grazie alla sua elasticità). In aria recuperare la parallelità dello snowboard col terreno flettendo leggermente le gambe.
Atterrare con la tavola piatta (non di punta…).



2. Le fasi del salto
Saltare… sicuramente ognuno di voi conosce perfettamente il significato di questa parola e sprebbe eseguirne uno senza tavola ai piedi dalla stazione eretta. Con lo snowboard però il discorso diventa più complesso perché le forze in gioco sono superiori in numero ed di intensità (conseguenza di ciò difficoltà nella coordinazione dei movimenti e nel mantenimento dell’equilibrio). Per migliorare il controllo cercheremo quindi di suddividere questa azione in fasi. Vediamo quali sono:
- Preparazione (non è altro che la rincorsa verso il kicker, essa deve essere il più possibile omogenea ed equilibrata)
- Stacco (consiste nel momento in cui abbandoniamo il terreno per conquistare la fase aerea, esso però ha delle caratteristiche che non vanno dimenticate. Prima del dente è necessario piegarsi sulle gambe per poter poi staccare spingendo verso l’alto (oppure ollando) mantenendo però la tavola piatta sul terreno.
- Fase aerea (è il periodo in cui non siamo a contatto con la neve, esso va superato mantenendo chiaramente l’equilibrio e flettendo le gambe verso il petto)
- Atterraggio (è chiaramente il momento in cui riprendiamo il contatto col suolo, va affrontato a gambe leggermente distese per poter ammortizzare l’impatto, a tavola dritta rispetto alla massima pendenza e fissando con lo sguardo il punto di arrivo a terra)
Vi propongo ora una scaletta di azioni finalizzate a tracciare il percorso per imparare a saltare in modo più sicuro:
1. decidere cosa imparare
2. studiare la manovra a tavolino
3. scelta del kicker su cui provare
4. esecuzione dei tentativi
5. consolidare ciò che si è imparato
6. lavorare sull’esecuzione
ma approfondiamoli un po’.

1. decidere cosa imparare
E’ importante focalizzare le proprie energie, provare un po’ di tutto così alla buona significa diminuire le proprie capacità. È meglio provare per cinque uscite la stessa manovra e impararla bene, permettendo al sistema nervoso di “metabolizzarla” a fondo che alternarne tre o quattro (a meno che le altre non siano già state imparate a dovere).
Il sistema nervoso infatti impara sulla base degli stimoli che riceve durante l’esecuzione del gesto motorio, la ripetizione dello stesso permette una maggiore focalizzazione a livello neurale della sequenza di contrazioni muscolari necessarie per l’esecuzione del trick.
Quindi fate una valutazione generale delle vostre capacità, proponetevi un obbiettivo ragionevole ed insistete sullo stesso.

2. studiare la manovra a tavolino
Memorizzare la sequenza di movimenti e i tempi d’esecuzione è fondamentale.
Arrivare in neve con le idee poco chiare su come si esegue “teoricamente” il trick che si è deciso di provare, è la mossa più stupida che si possa fare, e penso che non sia necessario spiegarne il perché…
Ma vediamo come fare: esistono vari modi per comprendere la serie di movimenti necessaria per l’esecuzione globale di un gesto motorio, il metodo più semplice è quello di abbinare una sequenza fotografica o video (per lo snow dal vivo è troppo veloce, ma serve anch’essa), e cioè lo stimolo visivo, ad una spiegazione, possibilmente mirata e precisa.
In questa sede verranno quindi proposte: la sequenza fotografica o video del trick (al momento non ancora disponibili per tutte le manovre), le scomposizioni dei movimenti base che lo compongono, consigli per la gestione dell’equilibrio, descrizione generica del kick che più si presta per l’esecuzione della manovra in esame.

3. scelta del kick su cui provare
Sembra una banalità ma è difficile valutare quanto una struttura si presta per l’esecuzione di una o di un’altra manovra, i salti sono molto diversi fra loro sia in park che in “ambiente”, un dente che spara inkazzato verso l’alto favorirà manovre cappottate (backflip, fs e bs rodeo, e così via), quelli piuttosto piatti invece le rotazioni o gli air. Ma i fattori sono molteplici.
Quindi se volete imparare un bs1 (alias backside 180) è consigliabile un salto che non “butta” tantissimo e che magari vi facilita l’uscita sulla lama front (spin).

Altro fattore determinante è il pericolo, scegliere cioè in base anche alle condizioni generali di rischio, penso sia ovvio che provare un trick alle 8 del mattino con 20 gradi sotto lo zero in park, oppure su una gobba in pista di domenica dietro ad un dosso, non sia lo stesso che alle 10 am su un kick in fresca con un atterraggio bello ripido e omogeneo.
Quindi cercate di fare una valutazione generale del salto che state per utilizzare o costruire, quanto è veloce, quanto spinge verso l’alto o il lungo, se uscite piatti o in lamina, la forma e le condizioni dell’atterraggio… è un discorso vastissimo ma in definitiva basta usare il buon senso.

4. esecuzione della manovra
Ci siamo ora tocca a voi, provare e riprovare.
Ma anche qui possiamo fare un paio di considerazioni. Cercate di capire cosa sbagliate, l’ideale è avere qualcuno che ve lo fa notare, magari un maestro qualificato, ma se avete pochi soldi anche cercare di imparare la stessa manovra in più persone funziona, ci si corregge a vicenda.
Nel caso possediate una telecamera, rivedere i filmati aiuta tantissimo!
Se invece si parla di tricks complessi si possono provare prima a “secco”, come ad esempio in piscina oppure sul tappeto elastico, i movimenti di una manovra sono infatti spesso riproducibili.
Altra cosa, chiudere gli occhi prima di saltare e cercare di ricordare le sensazioni provate nel tentativo precedente e organizzarsi mentalmente per quello nuovo è importantissimo, fatelo bene non siate frettolosi.
Tendenzialmente gestiamo i tentativi solamente in base alla percezione dell’esecuzione globale, è invece importantissimo analizzare le sensazioni avute dalle singole parti corporee, per esempio il braccio libero (quello che non va a grabbare) è fondamentale per mantenere l’equilibrio e per dare “stile” al trick, ma la parte del corpo che più condiziona la riuscita della manovra è il capo.

Approfondiamo un po’: gli organi sensoriali dell’equilibrio e di “analisi visiva” sono infatti contenuti nella testa, perciò una cattiva postura da parte di questo segmento è il principale motivo di esecuzioni sbagliate. Questi organi sono: il sistema vestibolare, che percepisce l’equilibrio ed è sito nell’orecchio interno e la vista, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.
Essi trasmettono i loro dati al cervello che li analizza e produce delle contrazioni muscolari sulla base di questi.
E’ chiaro quindi che se guardo le chiappe di una tipa mentre salto, magari atterro sui giudici di gara… e se per guardarla ho pure flesso la testa tenderò a sbilanciarmi da quel lato e i poveri giudici li centrerò pure di schiena…
Quindi è fondamentale impostare il trick col capo e guardare l’atterraggio durante l’intero sviluppo dello stesso o comunque per il maggior tempo permesso dalla manovra che si esegue.
Basilare inoltre è il metodo d’allenamento, ce ne sono molti, ma nel contesto in cui operiamo noi, eseguiremo solamente quello di compiere una serie di tentativi focalizzati verso l’esecuzione globale della figura, cercando di consolidare quella più corretta, gli altri infatti sono abbastanza complessi e necessiterebbero del supporto di un allenatore qualificato.

5. consolidare ciò imparato
Una volta che riuscite a “chiudere” la manovra date il tempo al vostro sistema nervoso di fissarla come schema motorio, fatela spesso, abbinata alle altre certo, ma di frequente ripetetela, almeno nel primo periodo. Il cervello infatti gestisce moltissime informazioni e quelle meno ripetute tende a cancellarle, gestire un trick per le aree motorie cerebrali è un casino pazzesco e richiede un grande sforzo, quindi a meno che non obblighiamo il cervello a fissare questi dati essi tenderanno ad essere eliminati. Così dopo 2 settimane torniamo in park e siamo punto a capo.

6. lavorare sull’esecuzione
Quando finalmente riuscite ad eseguire la manovra con regolarità è il momento di renderla “stilosa”, di cominciare cioè a pensare a tutti quei movimenti “accessori” per darle omogeneità e naturalezza.
Attraverso le proprie sensazioni, i filmati o i consigli degli amici, migliorarne l’esecuzione.
Per fare ciò è importante prendere in esame solamente un segmento alla volta, ad esempio il braccio libero, oppure la posizione delle ginocchia, che come ben sapete vanno tenute belle larghe e leggermente flesse. Ma su questo argomento non mi voglio dilungare oltre perché l’esecuzione di una manovra è soggettiva, e va quindi interpretata autonomamente, ognuno deve essere padrone del suo stile, questa non è la ginnastica artistica!

TESTO PRESO DA

http://WWW.SNOWGANG.IT

MA IL CONSIGLIO DI BOBO E' SEMPRE IL MIGLIORE!!!

MessaggioInviato: 13 feb 2006, 17:15
di lando
Mitico Fulvio ;-)