Mari ha scritto:No no! La crescentina è un'altra cosa! Il Borlengo è un velo di pasta semiliquida versata con maestria perchè si allarghi bene, sopra una cotta spalmata con una cotenna di maiale e poi coperta con un'altra cotta. Quando il"cuoco" decide, capovolge le due cotte unite tenendone ben stretti i manici per cuocere il borlengo dall'alra parte. Quando è pronto si piega a metà, si spalma con un pesto fatto con pancetta, lardo, sale, aglio, rosmarino e cosparso con abbondante grana grattugiato. (Il pesto si trova anche in macelleria a Sestola, secondo me)
E' quasi croccante, squi-si-tooooooo!
A volte al Passo alcuni borlengari li facevano, vicino all'Esperia.
Ci sono diversi modi di fare i borlenghi, a seconda delle zone.
Il problema è sopravvivere in quella camera a gas che diventa una camera da letto dove hanno dormito due sposi che hanno mangiato borlenghi!
Ricordo quando al risveglio andai in bagno.... tornai in camera e per poco non svenni per la zaffata di aglio che mi investì!
Era pieno inverno ma corsi a spalancare le finestre.
Meraviglioso inno al Borlengo !
Condivido tutto, è ottimo, squisito, meraviglioso !!
Lo si prepara praticamente solo dalla collina in su tra il bolognese e il modenese.
Nel bolognese è anche chiamato Zampanell (Zampanella), a Sestola taluni Burlengo, e spostandoci verso ovest a Palagano/Frassinoro lo chiamano Ciaccio.
Tornando nella valle del Panaro e lungo la via Giardini, qui il Ciaccio è quando è preparato all'incirca nello stesso modo modo, ma con farina di castagne.
Altra differenza di valle in valle è la presenza o meno di uova: un ingrediente ufficiale nella Zampanella/Borlengo che si prepara nel bolognese fino a Montese e al Panaro;
appena tollerato in bassisima concentrazione (ma non da tutti) nella zona Pavullo/Sestola;
assolutamente vietato nella valle del Dragone dove, come detto, viene chiamato Ciaccio.
Viene preparato in grandi recipienti rotondo chiamati Sole nella zona dove è anche detto Zampanell; nelle Cotte o Cottole dove si cuociono anche le crescentine/tigelle nelle altre valli.
Dappertutto è squisito, generalmente più friabile e bricioloso nel bolognese, più compatto spostandoci verso ovest.
Quasi scomparso nelle trattorie e nelle sagre sino agli anni novanta, negli ultimi tempi ne ho notato una ripresa costante: anche nelle più piccole feste paesane è ormai sempre presente un mastro borlengaio.
Chiaramente dappertutto va accompagnato da robusti bicchieri di vino rosso, fermo o frizzante tipo Lambrusco, ma non direi Chianti toscani o barricati.
E un bel cucchiaio di Maalox per i più delicati di stomaco prima di coricarsi.
E, come già spiegato per l'effetto sull'alito, non è l'ideale per una cena romantica con tentativo di bacio finale !!
Spero di essere stato sufficientemente esauriente !